La favola della buonanotte: E così fu Carnevale
Abbiamo creato per te la rubrica “La favola della buonanotte”. Un rituale importante per grandi e per piccoli. Con la rubrica della favola della buonanotte ti raccontiamo una favola per farti passare un dolce momento prima di andare a dormire.
La favola del mercoledì della buonanotte scelta per te è:
E così fu Carnevale. Un'allegra fiaba di carnevale scritta da Rossana Costantino.
Nel cuore della savana, in un tempo molto lontano tutti gli animali che oggi riconosciamo per le loro caratteristiche, avevano un aspetto ben diverso a quello attuale.
In particolare la giraffa...
La giraffa non aveva un collo diverso da tutti gli altri, ma accadde un episodio assai curioso. La giraffa era sempre stata impicciona, e si nascondeva tra i cespugli per ascoltare i discorsi delle bestie della foresta. Ovviamente la giraffa non riusciva mai a mantenere un segreto, e per questo non era molto amata dagli altri animali.
Nonostante ciò, il goffo animale continuava ad origliare e ad allungare la testolina per spiare tutti quanti. La sua curiosità, però, ben presto fu motivo di uno strano incidente: infatti, mentre un giorno la giraffa era nascosta dietro una roccia ad aspettare qualcuno da spiare, non vedendo arrivare nessuno allungò il collo, e rimanendo in quella posizione per ben tre ore alla fine si accorse che il suo corpo era cambiato.
Nello stesso periodo avvenne un episodio molto simile a quello della giraffa...
Infatti anche l’elefante, che era un animaletto piccolo ed esile, aveva un brutto vizio: era molto ingordo, e voleva essere pasciuto, servito e riverito dagli altri animali. Per di più, ogni volta che nessuno faceva la guardia alle provviste, l’elefante divorava ogni cosa fino all’ultima briciola.
Tutte le creature, stanche delle sue prepotenze, si riunirono di nascosto e decisero di porre fine alle angherie dell’elefante. Fino a quel momento, ogni ragionamento non era servito a niente, così si arrivò ad adottare rimedi estremi. Gli animali, avviliti per la situazione, discussero a lungo fino a che, di comune accordo, decisero di dargli una bella lezione.
Anche la giraffa, che aveva già imparato ad avere rispetto per gli altri, fu pienamente d’accordo con gli altri animali, e tutti insieme invitarono l’elefante prepotente in un prato dove avevano preparato un ricco banchetto. L’elefante aveva accettato ben volentieri, tutto contento di essere venerato dagli altri. Ma dopo aver mangiato come solo un elefante può fare, gli furono servite altre pietanze, ed altre ancora. Sdraiato sull’erba, si sentì gonfio come un pallone. Non riuscì ad alzarsi per tre giorni, tanto si era abbuffato.
L’elefante, alquanto malandato a causa di quel gonfiore, andò ad immergersi nello stagno per darsi una rinfrescata. Fu lì che specchiandosi nell’acqua dello stagno, vide che il suo corpo era rimasto tutto gonfio, enorme, pesante! La sua ingordigia lo aveva trasformato per sempre. Quando la giraffa lo vide conciato a quel modo, lo consolò raccontando la sua esperienza.
Di lì a poco, toccò alla scimmia...
A quel tempo era l’animale più vanitoso della foresta. Il motivo di tanta vanità era il suo meraviglioso pelo, molto simile a quello di uno scoiattolo. È difficile da credere, ma anche la sua coda era folta e vaporosa! La scimmia, piena di sé, guardava tutti gli altri con aria di sufficienza, perché riteneva che nessuno fosse tanto grazioso da meritare di stare accanto a lei.
Anche stavolta gli animali sconfortati per la circostanza discussero a lungo e, sempre di comune accordo, decisero di dare una lezione memorabile anche alla scimmia vanitosa. Dopo aver costruito una specie di passerella, ognuno di loro si procurò una torcia. Tutti insieme invitarono la scimmia a fare una sfilata per loro e spiegarono a quella sciocca bestiola che le torce servivano a creare le luci adatte allo spettacolo. La scimmia colse subito l’occasione di sfoggiare la sua meravigliosa pelliccia, ma l’aspettava una brutta sorpresa. Infatti, mentre al scimmia si pavoneggiava, tutti gli animali lanciarono le torce addosso alla sciagurata, che per non bruciare viva corse verso lo stagno.
Quando uscì dall’acqua, la scimmia aveva il pelo così rovinato che divenne la creatura più brutta e malridotta del genere animale.
In quell’istante passò da quelle parti il Leone...
Il Re di tutti gli animali si meravigliò di fronte a quella trasformazione. La giraffa, l’elefante e la scimmia avevano cambiato aspetto e si disperavano al pensiero di non tornare più come prima. Il saggio leone, allora, cercò di trovare una soluzione e così decise di dare una festa in maschera per tutti gli animali, così che i tre stolti amici non si sentissero fuori luogo.
Tutti gli animali furono felici, e la festa fu chiamata Carnevale. Tutti erano travestiti, e nessuno poteva riconoscere nessun altro. La giraffa, la scimmia e l’elefante, per quel giorno di festa, dimenticarono la loro disavventura.
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